Luogo storico del Villaggio dei Pescatori, dal 1956 è conosciuto dai frequentatori del litorale, nonché da famosi personaggi amanti di Fregene e nel tempo si è rivoluzionato, ma nel solco della tradizione: piatti di pesce ma presentati in modo nuovo ed elegante dallo Chef Fabio Di Vilio! Ho fatto una chiacchierata proprio con lui.
Autodidatta, mai frequentati corsi di cucina! “Tanti piatti che penso, neanche li assaggio: il bilanciamento lo fai con la testa, ragioni sui sapori, sui contrasti e poi va bene!”
Si sa, l’amore e il gusto per il cibo sono sempre legati: la sua esperienza a La Scialuppa inizia con la storia d’amore con la nipote di Salvatore, in perfetto stile da romanzo! Facendo la gavetta durante gli studi di ingegneria, inizia ad elaborare un cambiamento in cucina, studiando ed includendo esperienze di viaggi nelle ricette.
Di cosa parliamo quindi? Piatti classici, come il polpo, le linguine con le telline, il pescato locale, ma preparato e presentato in modo speciale!
Come ha sopravvissuto un ristorante di piatti espressi, durante il lockdown?
Nuova organizzazione! Menù rivisitato, packaging studiato e compostabile, consegne anche a Roma ed ecco un bel pranzo di mare, a casa, in piena quarantena!
Ha funzionato? Alla grande! E ora, oltre ad un bel pranzo vista mare, in una location da film, si continua anche con l’asporto, attivo da mezzogiorno a mezzanotte.
Una caratteristica importante di Fabio Di Vilio, importante per la comunità, è la propensione alle collaborazioni, sempre e comunque: hanno la possibilità di fare la pasta, e la fanno da sempre, direttamente nel ristorante, ma perché non sponsorizzare e supportare anche le altre realtà locali? E dunque, pappardelle preparate dall’Ovetto di Fregene, laboratorio artigianale di pasta fresca! “Se cresce tutto il paese, crescono tutti: si crea un sistema di ristoranti in cui si mangia e si beve bene, il paese diventa un riferimento culinario per le persone, quindi cresciamo tutti. Non posso pensare di fidelizzare tutti i clienti a La Scialuppa. Sarei un folle!”
Un punto di forza, oltre alla cucina, è sicuramente il locale, estremamente intimo, particolare e affascinante.
Ora come sta andando? “È ripartito bene perché la gente per mangiare al mare ha un approccio diverso! È normale che bisogna fare un discorso complessivo, del settore, non è che devo pensare solo a me stesso: il settore è fatto di noi e della gente di Roma, quindi mi dispiace per i colleghi e per chi non sta avendo lo stesso risultato.”
Rivoluzione anche nell’ambito della comunicazione online: “In questo momento, i social sono importantissimi, chi prima ha seminato, prima ha raccolto. Io ad esempio ho sempre trascurato i social, per il lavoro e per gli impegni, ma alla fine ho capito che se avessi iniziato prima ad usarli, avrebbe funzionato molto di più!”
“I social servono per far capire che oltre alla ricerca dei piatti, c’è anche una materia prima diversa rispetto agli altri: il piatto ha un costo, che cambia anche a seconda della provenienza delle materie prime! Io scelgo le migliori, perché ottengo migliori risultati.”
Un esempio? Il pesce lo porta Ittica Urbano: “Controllo molto il modo di lavorare e la tracciabilità delle materie prime, oltre che il prodotto stesso.”
E dunque “per far arrivare il messaggio, sicuramente dovrò affidare la comunicazione online a dei professionisti.”
Noi rimaniamo sintonizzati, e intanto, per prendere il sole, ecco aree 4×4 recintate, private: piccole alette privé, sempre all’insegna del romanticismo!
Insomma, un bel fritto di pesce, vista mare e in serenità? Ne abbiamo bisogno!
Ludovica Aprico