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Mirko Rizzo e il suo cambio di prospettiva: Pizzeria Elementare

Non solo il noto volto dalle mani d’oro di Pommidoro e fino a qualche mese fa, di 180 g Pizzeria Romana, ma anche un uomo che, dopo aver lavorato sedici ore al giorno per una vita, non vuole più scendere a compromessi tra famiglia e lavoro: Mirko Rizzo torna alla semplicità, alla libertà post lockdown e ad un equilibrio con il tempo.

Così sorge una nuova avventura, Pizzeria Elementare, totalmente all’aperto, nel verde del Parco Appio: nata da un’idea dell’imprenditore Federico Feliziani, rappresenta in parte per Mirko il compimento del suo cambio di prospettiva, in cui il suo sforzo è soprattutto nel fare impresa.

Ecco il suo punto di vista, tra risate e battute alla romana!

Partiamo dall’inizio: come nasce la tua carriera?

La mia carriera nasce prima da appassionato di pizza, scrivendo su blog di settore; poi l’incontro con Gabriele Bonci, con il quale ho collaborato facendogli da assistente ai corsi, quelli che facevamo a Rione Monti da Tricolore, e poi da lì c’è stata una collaborazione con lui. Facevo un extra settimanale lì, a Pizzarium. Dopo ho aperto Pommidoro.

Pizzeria Elementare: perché questo nome?

Avevo voglia di tornare a qualcosa di semplice, non ce la facevo più a sta in questo mondo de schiume e schiumette ché se in una pizza non c’è quello de quello de quello pare che non se poteva più magna’, capito?! Prendi il formaggio che ha fatto l’artigiano che è andato a dormi’ con la pecora” e non se po’ più magna’ se non è andata così: non concordo più con questa filosofia. Sicuramente c’è di buono e c’è di meno buono, però non è possibile che non si mangia se non c’è un nome lungo quattro righe su una pizza! Sta cosa mi infastidiva e ho deciso di tornare quindi a questo stato di Pizzeria Elementare.

Calcola che tra le speciali ho una pizza con la bufala intera al centro, con rucola, pomodorini e olive: è una stupidaggine però c’è un valore del perché sta tra le speciali ed è perché veramente mi ricorda quando ero bambino! Andavo con mio padre a mangiare una pizza e se da una pizzeria usciva fuori una cosa del genere, diceviAmmazza, questi fanno proprio le cose speciali!. Perché quello era ciò che era speciale in una pizzeria, un tempo! Adesso è tutta un’altra storia, le speciali so’ schiume, schiumette, tutte ‘ste cose.

E questo è un po’ il ritorno che ho voluto portare.

Sicuramente l’atmosfera del Parco si addice molto allo stile della pizza!

Il messaggio che doveva passare post Covid era in tutto il concetto di Elementare: era “Mettite seduto, vie’ coi bambini, falli sfoga’, godite la serata, non pia’ ‘sto telefono! Goditi veramente la serata, il mangiare viene in secondo piano! Poi se hai mangiato pure bene, tanto de mejo.

Siamo stati in gabbia due mesi, andiamoci a sfogare, mettiamo da parte le cose futili e ripiamose la vita in mano.

Poi c’è un altro progetto che parte a ottobre, sempre di pizzeria, dove ci sarà un tipo di pizza differente, che raccoglie un po’ tutto quello che è il mio passato, e quella che è la mia vita.

Pizzeria Elementare è più concentrato sul classico, tradizionale, romano insomma! Un altro format. 

Puoi dirci dove sarà collocato il prossimo progetto?

A Grottaferrata! Voglio essere un po’ più fruibile a tutti. Voglio ampliarmi anche a chi non sa chi sono: l’importante è che mangino una buona pizza. Alla fine, credo che il segreto del business sia questo: far mangiare bene e discostarci da questa faccia da star che abbiamo, ché non siamo nessuno alla fine, ed essere più fruibile a tutto il panorama cittadino.

Cosa ami di più del tuo lavoro, adesso?

Adesso amo quando riesco a dimostrare a me stesso che quello che avevo in testa si può fare. Quando mi dimostro che riesco a dirmi “Hai visto Mirko, quello che avevi in testa, stai riuscendo a metterlo in atto, sta funzionando. Lo vedi che le cose vanno anche se non sei tu che stai dietro quel bancone?” Quello mi rende felice e mi fa dire “Ecco, stai riuscendo in quello che è il tuo nuovo lavoro!” Quello mi fa piacere ed è la cosa che amo di più adesso.

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